La malattia di Dupuytren porta il nome del barone francese che per primo la descrisse e la operò nel 1835. Questa malattia benigna appartiene al gruppo delle “fibromatosi”, malattie che interessano cioè i fibroblasti, cellule molto diffuse nel nostro corpo e che si ritrovano, a livello della mano, sotto forma di una fine fascia nel palmo e nelle dita.
Una fascia analoga esiste a livello della pianta del piede. Per ragioni ancora in parte sconosciute questi fibroblasti cominciano a proliferare provocando un ispessimento e una raccorciamento della fascia. Le dita si ritrovano così “ itratte” in una posizione di flessione e nel palmo possono apparire dei noduli duri ma non dolorosi. La malattia è generalmente lentamente evolutiva anche se può stabilizzarsi spontaneamente e non evolvere per anni o decenni.
Quali sono i fattori di rischio?
La malattia di Dupuytren colpisce generalmente gli uomini dopo i 40 anni.I fumatori e i pazienti che consumano regolarmente bevande alcoliche in quantità importanti sono più a rischio. Il rischio aumenta nei pazienti diabetici e in quelli che assumono regolarmente medicamenti contro l’epilessia. La malattia può avere un’incidenza famigliare.
Come si tratta la malattia di Dupuytren?
Non si conoscono ancora medicamenti capaci di fare regredire la malattia e solo la chirurgia può portare alla guarigione. L’operazione viene però proposta quando la malattia disturba le attività quotidiane e/o professionali del paziente e classicamente quando il paziente non riesce a stendere più la mano su una superficie piana
Come si svolge l’operazione ?
Nei casi poco avanzati in pazienti senza malattie associate l’intervento può essere ambulatorio. In generale si preferisce proporre una corta degenza, per ragioni di sicurezza e di confort. Il medico anestesista sceglierà con lei la tecnica di anestesia più adatta al suo caso. L’intervento consiste a rimuovere la fascia ispessita a livello del palmo e a livello della dita (aponevrectomia) liberando meticolosamente i nervi e i vasi sanguigni. Se la pelle del palmo è infiltrata, questa verrà escissa e coperta con un trapianto di pelle o con un lembo. A livello del palmo, grossi difetti di pelle vengono lasciati scoperti per una cicatrizzazione libera. Questo intervento può durare anche alcune ore. Se lo stato generale del paziente non permette l’intervento radicale, o se la flessione del dito è troppo importante si procederà solamente a sezionare il tessuto fibroso senza rimuoverlo ( aponevrotomia). In questo caso l’intervento è più corto.
E dopo l’operazione ?
Salvo eccezioni l’intervento è seguito da una corta degenza. Se il palmo della mano è stato lasciato “aperto” per una cicatrizzazione libera, l’infermiera effettuerà regolarmente le medicazioni. Gli esercizi di ergoterapia cominceranno molto rapidamente. Il medico di famiglia o il chirurgo provvederanno a controllare la ferita regolarmente dopo l’intervento e a togliere i punti dopo circa 10 giorni. Una stecca può essere necessaria fino a cicatrizzazione completa. Un ulteriore controllo dal chirurgo della mano è previsto dopo circa 1 mese. L’incapacità lavorativa viene valutata di paziente in paziente ma è di circa 4-8 settimane
Quali sono i rischi dell’operazione ?
La chirurgia della malattia di Dupuytren comporta una dissezione meticolosa dei nervi e dei vasi sanguigni. L’intervento viene effettuato con lenti di ingrandimento ma, a volte, la malattia è così avanzata da aver inglobato o spostato nervi e vasi così da sorprendere anche il chirurgo più esperto. Questo rischio aumenta se il paziente è già stato operato (recidiva). Una lesione di un nervo comporta una diminuzione della sensibilità in una parte del dito con un ricupero spesso incompleto anche se la lesione viene suturata. Come ogni intervento si possono osservare complicazioni legate alla formazione di un ematoma o di un infezione. Avverta il chirurgo della mano se soffre di malattie croniche o se prende regolarmente medicamenti che possono aumentare il rischio di sanguinamento (anticoagulanti, aspirina). Il rischio di recidiva o di progressione della malattia è alto.
E le iniezioni di collagenasi ?
Si tratta di una terapia nuova che ha dato risultati iniziali interessanti. Si tratta di iniettare nella corda fibromatosa del palmo di una sostanza capace di scioglierla localmente. La corda indebolita viene poi ” rotta” con manovre esterne.
Questa terapia si puo applicare solo in determinate situazioni e a pazienti ben consci che il trattamento non é definitivo in quanto la corda si riformerà. L’iniezione deve essere molto precisa per evitare che il prodotto attacchi altri tessuti. Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la terapia con le collagenasi non é superiore agli interventi classici e soprattutto mancano nozioni precise sul divenire a lungo termine di questi pazienti ( effetti secondari a lungo termine ? tasso di recidiva ?). Per queste ragioni e per le complicanze finora descritte in letteratura il Dr Fusetti preferisce non proporre questa terapia in attesa di ulteriori conferme scientifiche
Farò ergoterapia dopo l’intervento ?
Si, l’ergoterapia è necessaria per evitare fastidiose cicatrici, per migliorare la mobilità globale e per controllare il gonfiore. Gli esercizi devono essere effettuati anche in modo autonomo, a casa, e regolarmente.
Qual’è la prognosi dopo l’intervento ?
La prognosi è generalmente buona ma a condizione di seguire scrupolosamente le raccomandazioni del chirurgo e del medico di famiglia. Nei casi più avanzati o cronici il ricupero sarà più lento e a volte incompleto. La prognosi è più riservata quando la malattia si manifesta in pazienti giovani, nelle donne o quando vi sono altri casi nella famiglia. In questi casi il rischi di recidiva è alto. Anche se completamente rimossa e indipendentemente dalla bravura del chirurgo la malattia può ripresentarsi (recidiva) o apparire su altre dite (progressione).
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