Di cosa si tratta ?
La rizartrosi è il termine medico preciso dell’artrosi della base del pollice. Si tratta di una malattia frequente e legata all’usura della cartilagine tra la base del pollice (cioè il primo osso metacarpo) e il trapezio, un osso a forma di sella sul quale il pollice di articola.

Nella maggior parte dei casi la malattia è legata all’invecchiamento dell’articolazione ma può anche essere la conseguenza di una frattura. Le donne ne sono generalmente più spesso colpite.

Come si pone la diagnosi ?
La rizartrosi è dolorosa e provoca una perdita della forza della mano, soprattutto a carico del pollice. La malattia evolve poi verso la deformazione del pollice (pollice a forma di Z) con una netta diminuzione della mobilità. A questo stadio i dolori possono anche diminuire perché non vi sono quasi più movimenti tra il pollice e la sua base. Una semplice radiografia del pollice permette la diagnosi precisa.

Come si può trattare la rizartrosi ?
Il trattamento può essere inizialmente non-chirurgico con un tutore semi-rigido che il paziente porta per diminuire i dolori e i fenomeni infiammatori associati. Spesso il medico di famiglia ha già prescritto un medicamento anti-infiammatorio o eseguito un’iniezione di cortisone. Questo trattamento può essere efficace, soprattutto negli stadi precoci della malattia. L’intervento chirurgico viene proposto quando il trattamento iniziale non è più efficace o quando i disturbi del paziente, l’esame clinico e la radiografia mostrano che si tratta di un’ artrosi  severa.

Come si svolge l’operazione ?
Salvo eccezioni, l’intervento è associato ad una corta degenza. Il medico anestesista, con un’iniezione a livello dell’ascella, le addormenterà il braccio ( blocco ascellare), che verrà disinfettato e coperto da teli sterili. In alcuni casi il medico anestesista proporrà come alternativa, la narcosi. L’intervento comporta la resezione del trapezio (“la sella del pollice”) al posto del quale viene introdotto un tendine prelevato al polso e arrotolato su se stesso. Il tendine costituisce così una “nuova  sella” per il pollice, ben più soffice…Il prelievo del tendine non ha ripercussioni sulla funzione ulteriore della mano.

E le protesi con tecnica mini-invasiva ?
In alcuni casi specifici si può rimpiazzare il trapezio con una protesi in pirocarbonio tramite una piccola cicatrice alla base del pollice. Questa opzione non può essere applicata a tutti i pazienti e a tutti i tipi di artrosi. Vi sono protesi complete del trapezio e emi-protesi volte a rimpiazzare solo una parte del trapezio.
Discuta con il chirurgo per sapere quale tecnica si addice meglio al suo caso.

E dopo l’operazione ?
Dopo 24-48 ore viene rifatta la medicazione e viene confezionata una nuova stecca più leggera. Il medico di famiglia o il chirurgo della mano provvederanno a controllare la ferita. Un ulteriore controllo dal chirurgo della mano è previsto dopo circa 4 settimane per togliere la stecca. L’incapacità lavorativa viene valutata di paziente in paziente ma è di circa 6-8 settimane.

Quali sono i rischi dell’operazione ?
Come in ogni intervento chirurgico si possono osservare complicazioni legate alla formazione di un ematoma o di un’infezione o ancora a lesioni di piccoli nervi destinati alla sensibilità locale Avverta il chirurgo della mano se soffre di malattie croniche o se prende regolarmente medicamenti che possono aumentare il rischio di sanguinamento (anticoagulanti, aspirina). I pazienti che hanno beneficiato di un’artrodesi possono incorrere nel rischio di ritardo di consolidazione. Le protesi hanno delle complicazioni specifiche e tecniche che il chirurgo della mano le spiegherà prima di proporle questo intervento.

Farò ergoterapia dopo l’intervento ?
La ergoterapia è parte integrante del trattamento post-operatorio della rizartrosi. Gli esercizi si svolgono dapprima sotto l’occhio attento dell’ergoterapista e poi, progressivamente, in modo autonomo ma costante.

Qual’è la prognosi dopo l’intervento ?
La prognosi è generalmente buona ma a condizione anche di seguire scrupolosamente le raccomandazioni del chirurgo e del medico di famiglia. L’intervento ha un buon risultato sui dolori e porta ad un miglioramento della funzione del pollice. La forza tra il pollice e l’indice rimarrà diminuita ma spesso senza ripercussioni nella vita quotidiana.

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