L’algoneurodistrofia, o malattia di Sudeck, rappresenta una reazione inattesa e sproporzionata del nostro corpo ad una “aggressione” come un trauma, un intervento o una frattura. La malattia è conosciuta da oltre un secolo ma il sua genesi è ancora in parte sconosciuta (ruolo del sistema nervoso autonomo, ruolo dei radicali liberi, ruolo della psiche). Gli americani hanno coniato il termine di Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS).
Come si manifesta ?
Lo spettro delle manifestazioni cliniche è molto vario. Nella forma classica l’algoneurodistrofia si manifesta con dolori o bruciori che non si spiegano con il trauma iniziale e che si estendono al di la della zona traumatizzata (reazione “ sproporzionata”). La zona interessata resta spesso gonfia e la pelle può cambiare colore, può presentare una crescita anomala di peli o una sudorazione insolita ed eccessiva. I movimenti accentuano i dolori e la pelle può diventare estremamente sensibile al tatto.
Quali sono i fattori di rischio ?
Nessun fattore di rischio è riconosciuto oggi con certezza. La malattia si manifesta più spesso dopo le fratture del polso, soprattutto quelle complesse ma può comparire anche dopo una semplice distorsione o dopo un intervento chirurgico. Non si può predire quale paziente rischi maggiormente l’algoneurodistrofia, ad eccezione di quelli che l’hanno già fatta in precedenza.
Come si pone la diagnosi ?
La diagnosi è clinica e la prognosi dipende dalla diagnosi precoce. Una scintigrafia può confermare la diagnosi mentre le radiografie non sono di grande aiuto, soprattutto in una fase precoce.
Come evolve l’algoneurodistrofia ?
Nella forma classica l’algoneurodistrofia evolve in 3 fasi.
- fase acuta: dolori e fenomeni infiammatori importanti. (0-3 mesi)
- fase distrofica: stabilizzazione dei sintomi, regressione dell’infiammazione , mobilità limitata.(3-12 mesi)
- fase tardiva: diminuzione ulteriore dei dolori e dell’infiammazione ma con mobilità limitata sepsso definitiva (minore 12 mesi)
Una diagnosi nella fase acuta permette di bloccare l’evoluzione e di migliorare la prognosi.
Come si può trattare l’algoneurodistrofia ?
Per il momento non è stato trovato nessun trattamento preventivo. In determinate situazioni una profilassi con la vitamina C sembra diminuire il rischio di algoneurodistrofia. L’algoneurodistrofia ha un trattamento multidisciplinare e lungo che fa intervenire:
- medico di famiglia
- chirurgo della mano
- reumatologo
- fisioterapista-ergoterapista
- specialista del dolore
e che può domandare l’uso di diversi medicamenti (antidolorifici, calcitonina, cortisone).
In alcuni casi ribelli si può ricorrere ad interventi specifici ( neuromodulazione) o a blocchi di alcuni nervi effettuati da anestesisti specializzati nel trattamento del dolore
Qual’è la prognosi?
La prognosi rimane riservata , soprattutto per le forme di algoneurodistrofia riconosciute tardivamente dove la mobilità della mano o del polso può rimanere diminuita. Con una diagnosi precoce e un trattamento multidisciplinare seguito con scrupolo ed assiduità da parte del paziente la prognosi è decisamente migliore e porta spesso alla guarigione.
Un intervento chirurgico in una fase di algodistrofia attiva è generalmente sconsigliato.
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